Spesso le vite girano per molto tempo prima di trovare la propria strada. Francesca Ferah ha fatto della danza meditativa Sufi la sua filosofia di vita, una tecnica che utilizza la rotazione continuativa per “spegnere” il cervello, scollegarsi dal mondo e connettersi con se stessi. Siamo andati a Venezia per raccontarvi la sua storia.
Il movimento è una caratteristica che fa parte di tutti noi, non siamo esseri statici, non abbiamo radici, siamo sempre di corsa e nel corso della nostra vita spesso la condizione personale cambia radicalmente; cambiamo lavoro, partner, casa, amici, città. A volte i cambiamenti sono piccoli, quasi insignificanti, ma continui per lungo tempo, in altri casi ci sono degli sconvolgimenti radicali, una tempesta che arriva e ci fa girare pagina e iniziare un nuovo capitolo o un nuovo libro. L’unica certezza è che nulla è statico ed eterno, ognuno di noi percorre la propria strada ed è complicato capire cosa incontreremo lungo il percorso. Così è stato anche per Francesca che, percorrendo la sua strada, ha acquisito il nome Sufi di Ferah.
Con il termine di danza Sufi si indica un rituale di una corrente mistica islamica originaria del medio oriente e diffusa dall’India alla Turchia. Il cerchio è l’elemento perfetto, include tutto ciò che esiste e permette ai danzatori di avvicinarsi al divino. Attraverso il continuo roteare i danzatori perdono il contatto con il mondo esterno, si scollegano dalla realtà per entrare in dialogo con sé stessi e con la divinità. Girano vorticosamente, hanno gonne ampie che disegnano il cerchio rituale e attraverso i movimenti del corpo, delle braccia e della testa raggiungono uno stato meditativo profondo.
Partiamo dall’inizio: Francesca Ferah ha iniziato la sua vita professionale nel mondo della moda, con grandi capacità e un continuo impegno è riuscita a raggiungere risultati importanti fino ad arrivare a essere responsabile vendite e marketing in Russia per un grande marchio italiano. Dopo tre mesi di inverno russo, però, capisce che la città non fa per lei, la mancanza di sole e di luce influiscono negativamente sul suo modo di essere e decide di tornare in Italia. Nel 2011, dopo l’esperienza moscovita, torna a Istanbul, che aveva già visitato nel 2000 e, in un Bed & Breakfast, casualmente conosce una persona che è la figlia di un maestro Sufi. A settembre 2013 la città sul Bosforo diventa la sua casa e per quasi due anni approfondisce gli studi della lingua e della cultura Sufi. Il Maestro Oruç Guvenç la guida in una nuova vita, e pian piano si appassiona alla cultura e alla filosofia Sufi. Guardandosi indietro Francesca scopre che questa danza è sempre stata parte di lei, a partire dalle sue origini: la madre è bosniaca di un villaggio vicino a Mostar, in questo luogo esiste un antico tempio Sufi risalente al periodo dell’Impero Ottomano. Blagaj, ora museo, è un centro spirituale molto importante. Qui scopre ancora di più che il sufismo ha sempre fatto parte della sua vita, ma solo al momento giusto è stata in grado di capirlo e accettarlo. Un cambiamento radicale, che porta Francesca, dal mondo della moda a insegnare italiano nelle scuole di Istanbul. Tutto nel segno di una serenità interiore e in una continua ricerca di sé stessi. “La mia vita precedente, nel mondo della moda, era incentrata sul business, molto frenetica e senza la possibilità di ascoltare realmente ciò di cui siamo fatti: le emozioni”, ci spiega Francesca.
Dopo l’esperienza di Istanbul si trasferisce ancora, questa volta a Venezia, la città italiana con più influenza orientale. Qui Francesca continua a lavorare come curatrice di eventi legati alla moda con mostre importanti al museo di Palazzo Mocenigo – L’eleganza in esilio. Tra moda e costume, il tempo di Djagilev; Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume – e danzando per l’inaugurazione del Vaporetto dell’Immaginario; prosegue anche l’insegnamento della lingua italiana e coltiva il sogno di invitare il suo maestro a Venezia per un evento legato alla danza Sufi. Purtroppo il suo maestro viene a mancare prima della realizzazione di questo sogno, ma, per le alchimie della vita, niente è perduto. Francesca Ferah corre a Istanbul per partecipare ai funerali e qui incontra la famiglia del maestro; insieme a loro, decide di portare in Italia, a Venezia, gli insegnamenti del Maestro Oruç Guvenç, persona estremamente acculturata, con una conoscenza della filosofia, della musica e della vita profonda.
Prima di questo evento la danza Sufi era un elemento personale nella vita di Francesca Ferah, una cosa da non condividere, privata, esclusivamente uno spazio personale dove riconnettersi con la sua anima e meditare. Ma la scelta è giusta, Venezia è il luogo ideale, e… quest’anno Francesca avrà molti eventi dove persone di ogni tipo verranno per conoscere Francesca Ferah e il suo cane Muffin, sua amica inseparabile da più di un anno che la aiuta ad avere i giusti ritmi della vita, un corretto bilanciamento tra lavoro e passione. Le chiediamo infine di descriverci cosa significa la danza Sufi: “dalle radici al volo perché con i piedi ci connettiamo alle nostre radici, da cui proveniamo ed è importante averne consapevolezza per poi lasciarci andare nel movimento nel volo”.
Facebook: https://www.facebook.com/mysticferah/
Danza Sufi: https://youtu.be/oUFhBX7oEIQ
Youtube: https://www.youtube.com/channel/UCnFpdG0mFBtNd9PQLuzGPQA/
Intervista: https://youtu.be/JV-bXHBvt9Q
3 Comments
Muffin é una signorina…
Grazie, ho corretto 😉
🙏😊