Ho conosciuto Davide Vedovelli, il direttore di Strabilio Festival, un po’ di anni fa ormai, durante Il Festival del Vittoriale, un evento culturale nel magnifico scenario del Vittoriale degli Italiani, con il teatro che si erge sullo sfondo del lago di Garda , che all’epoca ripartiva dopo anni di stop e di cui facevo parte come staff- motore che doveva rimetterlo in piedi e farlo arrivare primo nel panorama dei festival nazionali https://www.anfiteatrodelvittoriale.it/
Con Davide ci fu un’empatia forte fin da subito. Finiti gli spettacoli, che lui viveva da giornalista ospite e io da ufficio stampa dell’evento, continuavamo a parlare di musica, di spettacolo, di artisti che ci sarebbe piaciuto vedere e portare in determinati scenari. Erano serate estive, placide e piene di vita al contempo. A volte ci incontravamo anche in quelle che, per chi fa spettacolo, vengono definite serate OFF, cioè libere da spettacoli. Serate sornione in cui, cullati dalla risacca dell’acqua che sbatteva sul muricciolo del lungolago di Gardone Riviera, con in mano una birra a volte, un gelato altre, Davide mi parlava soprattutto di circo e del sogno di portare un Festival a tema.
Sono passati 12 anni da allora, e nel frattempo Davide ha realizzato il suo sogno, è diventato direttore di Strabilio Festival https://www.strabiliofestival.it/ una rassegna unica in Italia, visionaria e coraggiosa, che vede nel circo contemporaneo una delle più alte forme d’arte e che si terrà da questa sera, 20 giugno 2014 fino al 4 agosto nella Valle Sabbia, in provincia di Brescia. Visto l’amicizia che ci lega e la bellezza d ritrovarsi dopo tanti anni, ognuno dietro ai propri sogni (nel frattempo anch’io con lo staff Ordinario ho costruito il Festival che sognavo, Lucca Città di Carta), ho deciso di lasciare questa bellissima intervista (merito dei contenuti di Davide) così com’è nata, come una chiacchierata tra amici.
A questo link invece trovate il pezzo sul programma di Strabilio: https://www.lordinario.it/eventi/al-via-la-terza-edizione-di-strabilio-il-festival-dedicato-al-circo/
Davide, io che ti conosco bene, so che questo festival lo hai sognato a lungo prima di riuscire a realizzarlo. Ci racconti come nasce questa tua idea e come sei riuscito poi a realizzarla?
Eh, un “gran bel casino” – ride Vedovelli – e come direbbe Antonello Venditti, Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Da sempre sono appassionato (ossessionato direbbe mia moglie) dal mondo del circo, sia classico che contemporaneo e questa passione mi porta a macinare chilometri in giro per l’Europa.
Tutto cominciò da bambino, quando mio zio mi portò a vedere l’American Circus dei fratelli Togni che per Natale stazionava a Brescia, fino ad arrivare a quel gioiello incredibile ed irriproducibile che è stata “La Festa internazionale del circo” di Brescia per mano di quel gran geniaccio che è Gigi Cristoforetti. Ha fatto vedere a tutti cos’era il grande circo, di cosa erano capaci di fare gli artisti circensi e di come il Circo fosse grande, anzi, “immensissima” arte a tutti gli effetti. E da allora, come chi sogna di fare il pompiere o il calciatore, ho coltivato il sogno di riuscire, un giorno, a organizzare un Festival di circo come piaceva a me.
Anni fa, però, i tempi non erano ancora maturi e organizzare un festival di circo non è facile. Nel frattempo guardo, leggo, studio e giro l’Europa alla ricerca di tutte le sfumature e le emozioni che questo tipo di spettacolo riesce a regalare. Continuo ad organizzare eventi (un premio musicale chiamato Musica da Bere, poi una rassegna dedicata al tema della salute mentale dal titolo “Nuvole”) ma per il circo, soprattutto in Valle Sabbia, non è ancora tempo. La Valle Sabbia è il posto in cui abito, una valle a vocazione industriale tra il Lago di Garda ed il Lago d’Idro, ma qui non c’è tempo per il turismo e l’intrattenimento, bisogna fare il tondino e farne tanto, possibilmente in fretta.
Propongo l’idea più volte ad alcuni Assessori, ma lo sguardo che ricevo durante le mie appassionate presentazioni è quello di chi chi pensa “che palle con sto pagliacci e truccabimbi”, perchè, purtroppo, il circo in Italia è anche questo.
Però io non mollo, e tu, Romina lo sa bene, e continuo a lavorare a quest’idea, perché il circo, cavolo, è grandissima arte, riesce a stupire, emozionare e far divertire tutti, senza limite di età, lingua, provenienza o estrazione sociale. E’ un linguaggio universale, in continua evoluzione, che legge ed interpreta il proprio tempo, che sa provocare quando serve, esagerare, andare oltre ogni limite. Il circo è questo. il superamento di ogni cliché, perché nel magico anello che è la pista tutto è permesso, una forma straordinaria di libertà. E fu così, che tre anni fa, forse per esasperazione, forse perché ero riusciti a convincerli, una manciata di assessori mi danno ascolto e prende il via la prima edizione di Strabilio Festival…e… booooom!
Piazze e teatri pieni di gente d’ogni età che comincia a seguire tutto il Festival percorrendo la Valle in lungo e in largo. Ma tutto questo da solo non sarebbe esistito. Al mio fianco l’inseparabile amico di una vita Andrea Donatini e una ragazza che incontro proprio grazie a Strabilio, che dimostra di avere i contro…si può dire Romina? Lei è Lia Cocca, che oltre a saperne di Comunicazione è un caterpillar e sa come portare a casa risultati importanti. E’ nata poi anche una bella amicizia ed un profondo rapporto di stima e fiducia che ci permette di mancarci a quel paese circa 8 volte al giorno. Nasce così Strabilio, da tre sognatori, o tre visionari, che hanno voglia di fare qualcosa di mai visto prima.
Quali sono gli eventi in cartellone da non perdere assolutamente?
Tutti, ma non scherzo, farei un torto a citarne solo alcuni. E’ un cartellone talmente ampio e vario che è difficile sceglierne alcuni. Posso però dirti qual è l’artista di cui sono particolarmente orgoglioso e che mai avrei pensato di avere in cartellone. Si tratta del più grande clown al mondo vivente, o sicuramente uno dei tre più grandi, ed è Anatoli Akerman. Googolate e scoprirete chi è.
Il pubblico italiano ama gli spettacoli legati all’arte circense e in che misura? Non è “coraggioso” fare una rassegna su questo tema?
E’ sia coraggioso che da imprudenti, ed è proprio per questo che mi ci sono buttato. In Italia, ma anche nel resto del mondo, la parola circo è sinonimo di una cosa di pessima qualità (pensiamo a definizioni quali: il circo della politica, sembra di essere al circo o non siamo mica al circo); nei migliori dei casi, viene legato ad un prodotto per bambini, un livello leggermente sopra quello di chi propone lo scketch delle scoregge ascellari insomma. No ragazzi miei, il circo non è solo questo e il pubblico di Strabilio l’ha capito, all’inizio con diffidenza, ora con entusiasmo. Arriva anche un’ora prima in piazza per poter prendere i posti migliori e godersi lo show.
Abbiamo dovuto fare un importante lavoro di comunicazione, raccontare cosa proponiamo, che tipo di circo è quello che si trova a Strabilio. Era una scommessa, anche azzardata, ma ad oggi possiamo dire di averla sicuramente vinta.. ed ora si punta l’asticella ancora più in alto. Del resto, non è coraggioso fare oggi una rassegna dedicata ai libri e alla carta in quel di Lucca, come fate voi?
Che cosa rappresenta per te l’arte circense?
L’arte circense ci fa vedere come alcuni limiti possano essere superati, che la grande arte è trasversale a tutto, che non c’è per forza bisogno della parola o del linguaggio verbale per emozionare. Rappresenta un modello di integrazione culturale e sociale, un esempio di tolleranza e accettazione della diversità (a volte addirittura di esaltazione delle diversità) senza eguali. L’arte circense è stupore, meraviglia, è ciò che non ti aspetti, ciò che credevi impossibile al punto da chiederti se “ci sarà un trucco o è tutto vero”, è tutto ciò che non è ordinario, tutto ciò che è Stra… (straordinario, strabiliante, strampalato). L’arte circense sono gli occhi di mille persone che guardano in silenzio e con il cuore in gola il salto di un trapezista e che si lasceranno andare in un applauso liberatorio quando le mani di un acrobata afferreranno le mani dell’altro. L’arte circense rappresenta il concetto che l’impossibile è possibile, con una vena di follia e tanto, tantissimo, impegno.
“Il circo è e sarà il più grande spettacolo del mondo” Nando Orfei