Marzocca e Sarcinelli, omaggio al vero Teatro

Noi de L’Ordinario stiamo guardando con fiducia e speranza alcuni segnali delle ultime settimane: comuni e spiagge che si rendono plastica free, negozi che tornano a vendere prodotti sfusi, giovani e anziani che vanno a convivere, l’agricoltura che sale. Insomma, c’è un Italia che si muove verso un ritorno a importanti valori sociali e civili. E quando anche i personaggi famosi diventano protagonisti in prima persona di piccoli atti di coraggio per farci ricordare chi siamo e da dove veniamo, la speranza si affaccia più convinta.

Avete in mente quei vecchi cinema e teatri di periferia? Con gli odori e le architetture che ci ricordano com’era bello uscire la sera per andare a farci sorprendere da qualche film o spettacolo? Quelli che, nel corso degli anni, il cosiddetto progresso ha fatto sparire perché i multisala sono meglio? Con loro se ne sta andando un’epoca intera. Ma per fortuna, alcuni resistono (e bene) e altri vengono recuperati.

E allora succede anche che due grandi protagonisti del palco comico italiano, Marco Marzocca e Stefano Sarcinelli, dopo anni di successi televisivi, come Cavalli di Battaglia, il sabato sera su Raiuno, con Gigi Proietti, tornano dal vivo per un omaggio speciale al Teatro Ciak, sulla Cassia, dove proprio Marzocca entrò, bambino, a vedere il suo primo film. Si chiamava Cinema Cassio allora, oggi è un teatro. E fino al 7 aprile ospiterà Ciak Signò, un atto unico supercomico che vedrà Marzocca nei panni di ARIEL, il suo personaggio più conosciuto e richiesto dal grande pubblico, nonché uno dei protagonisti più amati del mitico Zelig. Al suo fianco il suo inseparabile “Signò”, il bravissimo Stefano Sarcinelli, attore e autore televisivo nonché “spalla” di grande capacità artistica e abilità comica.

Proprio Stefano Sarcinelli – Signò inizierà lo spettacolo con un Omaggio al Teatro, quello con la T maiuscola, cercando di animare la serata recitando un suo mix Shakespeariano. Nonostante Ariel faccia di tutto per compiacerlo finirà per creare un pasticcio dietro l’altro fino a farlo SVAMPARE definitivamente! Alla fine, distrutto, Signò, suo malgrado, sarà costretto a chiedere l’aiuto di Ariel per interpretare il personaggio di Giulietta nella famosa scena del balcone del Giulietta e Romeo.
Lo spettacolo è un esilarante duetto fatto di battute e situazioni comiche irresistibili.

Abbiamo “intercettato” Stefano Sarcinelli poco prima del debutto con Marzocca, volevamo che ci introducesse in queste atmosfere fatte di “polvere di creatività”, tra teatro, tv e ore passate a scrivere programmi, come autore. D’altronde lui, ha esordito a soli 17 anni in teatro, come attore ed aiuto regista con Nello Mascia e poi con Mariano Rigillo, Annibale Ruccello a Napoli e Franco Parenti e il Teatro dell’Elfo a Milano (Sogno di una notte di mezza estate). La carriera di Stefano è lunga e costellata da programmi cult indimenticabili. Solo per citarne alcuni, negli anni ’90 è attore di trasmissioni per ragazzi come Che fine ha fatto Carmen Sandiego? e L’isola dei ragazzi e autore per il cult di Gianni Boncompagni Macao e Scirocco, condotto da Enrico Lucci.

Ecco che cosa ci racconta.

Stefano, la domanda di rito: cos’è STRA-Ordinario nel tuo Ordinario?

“La vita vissuta intensamente è sempre straordinaria: la nascita di un figlio, la condivisone, l’appartenenza”.

Il vostro spettacolo sarà un omaggio a questo particolare Teatro che, ancora prima, era un cinema. C’è un modo secondo te di riportare in auge altre realtà come queste e quelli che una volta erano vecchi cinema? Più in generale, quelle atmosfere lì, quel senso dello spettacolo che faceva incontrare davvero le persone per la voglia di entusiasmarsi e farsi sorprendere, anche nelle periferie…

“Io vengo da Napoli, la città dove sono cresciuto, ed anche lì da ragazzo frequentavo cinema spesso di periferia, dove non solo passavo il tempo ma coltivavo anche la fantasia: dai western, ai film comici, dalle commedie americane ai concerti rock tipo “Woodstock” nel 1968 che vidi almeno 15 volte! Essere in un luogo che ha dato modo di far vivere esperienze simili è per me un onore ed un piacere immenso”.

Come si è evoluta la comicità nel corso degli anni?

“Secondo me molto nei tempi e nelle durate, anche se sono convinto che i meccanismi comici sono sempre gli stessi e più “antichi” sono più fanno ridere”.

Pensando alla tua prolifica carriera ci vengono in mente tante immagini che alimentano i sensi: i lunghi corridoi televisivi e le luci degli studi, il suono delle prove nelle varie sale, il gusto delle risate, l’odore dei trucchi di scena, una marea di fogli in mano. La verità è che il mondo dei retroscena, del prima dello spettacolo, dei lunghi mesi di lavoro, ci affascina moltissimo. Ci racconti un po’ di questa parte del tuo mondo?

“La “carriera” cui fai riferimento è quella di autore TV. È iniziata quasi in parallelo con quella di attore. Mi ha permesso di conoscere ed approfondire il mondo dello spettacolo nel suo insieme; passare da un’idea informe ad una confezione piena di scenografie, luci, colori, è una grande emozione. Sono un uomo fortunato”.

Tra i tuoi vari ruoli, c’è quello di Spalla. Per fare un paragone calcistico, si può dire che fare la spalla all’attore comico era un pò come fare una volta il mediano al “regista”? E, a parte i paragoni calcistici, ci spieghi tecnicamente e artisticamente il rapporto in un duo comico?

“La “spalla” è la benzina che fa andare il “comico” al massimo. Sono complementari e sono convinto che una grande spalla fa diventare bravo anche un comico mediocre”.

Visto che lavori spesso con lui, ti chiediamo un pregio e un difetto di Marzocca…(ps. Ovviamente è ammessa l’ironia)

“Marco è una persona eccezionale. Ha mille difetti come il sottoscritto e due grandi pregi che li annullano: un uomo di qualità ed un talento straordinario”.

Come si riesce a precorrere i tempi dell’ironia e quindi a riuscire sempre a fare spettacoli e programmi che riescano a fa ridere molte persone?

“Non so se ci siano ricette adatte. Credo che chi scrive ma anche chi recita debba essere sempre attento allo “Esprit du Temps”, al quotidiano, al saper essere all’ascolto delle persone, della gente comune, quella che prende gli autobus e le metropolitane e che combatte ogni giorno contro le difficoltà”.

Hai lavorato con molti artisti importanti, qual è quello con cui condividi l’aneddoto più divertente?

“Ho avuto la fortuna di lavorare con molti artisti, anzi, amici con i quali ho tuttora un rapporto molto intenso e di grande affetto: Vincenzo Salemme, Francesco Paolantoni, Giobbe Covatta, Enzo Iacchetti, Max Tortora, con ognuno di loro ho vissuto momenti davvero divertenti. Li ringrazio tutti uno per uno e chiedo scusa se ho dimenticato qualcuno! Baci a voi!”

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