La solidarietà per Angela Grignano, la 24enne trapanese rimasta ferita nell’esplosione di Parigi, passa anche da Houston, dove vive il fratello Salvatore e da dove è partita una raccolta fondi per sostenere la giovane ballerina e la sua famiglia.
Sabato 12 gennaio una fuga di gas ha sventrato parecchi edifici nel centro storico di Parigi: 4 persone sono morte e una quarantina sono rimaste ferite. Nel flusso di notizie – spesso sensazionalismi – che si genera dopo eventi di questo tenore si fa presto a dimenticare che dietro alle immagini, sotto all’inchiostro o nascoste in fondo ai bit, ci sono delle persone vere. Delle famiglie proprio come le nostre, a cui improvvisamente viene sconvolta l’esistenza.
Da sabato, per esempio, proprio a causa di quella maledetta fuga di gas, è cambiata l’esistenza di Angela Grignano di Trapani, ferita gravemente nello scoppio, e della sua famiglia.
E, in misura nemmeno lontanamente paragonabile, ci sono dentro un po’ anche io.
Ecco perchè. Oltre al padre Vincenzo, elettricista, a mamma Pina e al fratello sacerdote don Giuseppe, con i cui volti e le cui voci forse avete blandamente familiarizzato nelle ultime 48 ore, c’è un fratello di cui i giornali, le radio e le televisioni non hanno parlato finora. Probabilmente perché è molto lontano da Parigi, dalla Sicilia e da quel vortice mediatico che si crea attorno ai familiari delle vittime di eventi di cronaca da prima pagina.
Il terzo fratello Grignano si chiama Salvatore, vive a Houston ed è un mio collega. Lavoriamo assieme da poco tempo ma abbastanza per averlo già individuato come quello la cui sicilianità si fa perdonare tutto. Ha una bella ragazza americana (che non ho mai conosciuto) come moglie, due bambini biondi e cesellati come due putti michelangioleschi e, da sabato, una famiglia sconvolta che dall’altra parte dell’Atlantico, in una stanza d’ospedale straniera, veglia la sorella in lotta per riconquistare una normalità forse perduta.
Nell’incidente il polpaccio di Angela è stato talmente danneggiato da prendere in considerazione l’amputazione. Le tre arterie principali sono state tranciate. Ironia della sorte, Angela è una ballerina. Era a Parigi per cercare di realizzare i suoi sogni e, nel frattempo, lavorava. L’esplosione l’ha colta proprio mentre era in servizio, come cameriera, nell’hotel di fronte al panificio che è saltato per aria. Salvatore ci ha raccontato di come la sorella sia stata soccorsa in elicottero e portata in ospedale dove è stata subito messa in coma farmacologico per stabilizzare le condizioni generali. In una prima operazione sono riusciti a ripristinare un’arteria. La situazione è sembrata migliorare un pochino, Angela è stata risvegliata dal coma e ha riconosciuto la famiglia attorno a lei ma poi i medici hanno registrato un’infezione e quindi le speranze sono precipitate nuovamente. Insomma montagne russe d’angoscia. Angela è stata nuovamente operata oggi (ieri per chi legge): in 6 ore il micro-chirurgo ha tentato di ricostruire i tessuti danneggiati della gamba utilizzando tessuti muscolari e vascolari presi da altre parti del corpo, soprattutto dalla schiena. Sembra essere andato tutto bene. La gamba e la mobilità della caviglia dovrebbero essere salve. Naturalmente bisognerà aspettare e ci vorranno altri interventi di perfezionamento.
Da sabato, tra noi colleghi è un continuo scambio di messaggini per capire, sostenere, recuperare notizie, tenersi aggiornati. Non posso che rivedere, nel dolore, nel caos e nella confusione che mi immagino abbia colpito la famiglia di Salvatore, la fragilità di un padre, di una madre e di un fratello che potrebbero tranquillamente essere i miei: sballottati in un aereo, mezzo con cui forse non hanno confidenza, in un paese straniero, circondati da gente che gli parla in una lingua che conoscono poco ed intontiti da quel dolore sordo che solo un genitore può capire. E’ per questo che questa angoscia è anche un po’ mia, anzi, nostra.
La famiglia sta ora organizzando una che in sole 6 ore ha raccolto più di 4 mila dollari. Sono soldi che andranno a coprire quelle spese che nessuno avrebbe mai pensato di dover fare ma che sembrano ormai certe, dal momento che il recupero di Angela sarà lungo e difficile: biglietti aerei da Palermo a Parigi e viceversa, alberghi o ostelli per poter stare vicino ad Angela finché non starà abbastanza bene da essere trasferita vicino a casa. E poi ancora, riabilitazione e forse altre operazioni.
Nell’epoca dei Social, l’appello della famiglia ad amici, conoscenti e a chiunque sia rimasto colpito dalla sua storia è anche di lasciare un messaggio ad Angela, magari sulla sua pagina Facebook. Sono certi che quando si sveglierà sarà felice di vedere quante persone l’hanno pensata, anche se per un attimo.
C’è già anche un hashtag #HelpAngelaDanceAgain, aiutate Angela a tornare a ballare.