Una settimana alla scoperta di alcuni dei luoghi più significativi della penisola Anatolica, con un passaggio a Istanbul, ovviamente. I nostri viaggiatori Stra-Ordinari vi trasporteranno in una terra che ha ospitato le grandi potenze della storia, una settimana tra cultura, cibo e il fascino dei sultani ottomani.
#day1
Il #day1 è tutto dedicato a Istanbul, l’antica Costantinopoli, situata sulle rive del Corno d’Oro.
La città fu dapprima la Capitale dell’Impero Romano d’Oriente nel IV secolo d.C. , successivamente divenne il simbolo della potenza bizantina e infine la capitale dell’Impero Ottomano.
Di prima mattina arriviamo di fronte alla Moschea Blu, capolavoro di architettura islamica con i minareti e la cupola decorata da maioliche azzurre. Dobbiamo indossare un foulard e levarci le scarpe. Per i turchi è solo una delle tante Moschee – come ci spiega la nostra guida – sono i turisti che le hanno imposto questo nome e le hanno attribuito tutto questo successo. A piedi proseguiamo verso il Palazzo di Topkapi, antica residenza dei sultani ottomani. Oggi il palazzo è stato trasformato in Museo e conserva nelle sue stanze collezioni e gioielli di inestimabile valore: arredi, abiti, armi e il tesoro dei sultani.
Imperdibile la visita alla Cisterna Basilica, conosciuta anche come Palazzo Sommerso, una delle cisterne più importanti di Istanbul. La Cisterna Basilica venne eretta da Giustiniano I per rifornire il Gran Palazzo. Deve il suo nome al fatto che venne realizzata nei sotterranei di una antica basilica di cui oggi non restano tracce. Il suggestivo percorso turistico si snoda lungo passerelle collocate sull’acqua alla fine del XX secolo, tra giochi di luci molto suggestivi. Tra le sue colonne, due richiamano particolarmente l’attenzione, poiché la loro base è un’enorme testa di Medusa, la creatura mitologica capace di pietrificare chiunque la guardasse.
Il cuore si stringe alla vista di Agia Sophia, chiesa costruita per volere dell’Imperatore Giustiniano nel 532 d.C. L’imperatore fece giungere da tutto l’Impero materiali di ogni tipo e chiamò gli artigiani migliori per costruire quella che già all’epoca era riconosciuta come il simbolo della Cristianità. In seguito Agia Sophia divenne la sede del Patriarca Greco-Bizantino fino alla conquista della città da parte degli Ottomani avvenuta nel 1453 che trasformarono la chiesa in moschea. Nel 1935 il fondatore della Repubblica di Turchia, Mustafa Kemal Ataturk, trasformò la moschea in Museo. Recentemente invece Agia Sofia è stata nuovamente riconvertita in Moschea, tutti gli stupendi mosaici e il pavimento sono coperti, un vero peccato perdere l’inestimabile bellezza di questa opera architettonica che ricorda il Mausoleo di Galla Placidia a Ravenna.
Ci concediamo una sosta in un ristorante locale e poi raggiungiamo il Gran Bazaar, costruito nel 1461 da Mehmet il conquistatore. Il Gran Bazaar è ancora oggi considerato il mercato coperto più grande del mondo. E’ stato emozionante immergersi in questa atmosfera, una città nella città, dove, come vuole la tradizione, ogni strada ospita una corporazione.
La sera sta arrivando, scegliamo di regalarci una crociera sul Bosforo per osservare il versante europeo ed asiatico di questa magica città dal punto di vista dell’acqua ed osservare il sole che tramonta sul Corno d’Oro.
#day2
Stamattina ci alziamo molto presto, ci aspetta tanta strada. Partiamo da Istanbul che è ancora buio, percorrendo il ponte che collega Europa ed Asia per raggiungere Ankara, la capitale amministrativa della Turchia. Dal livello del mare raggiungeremo quasi i 1000 metri, ci fermiamo in una specie di autogrill. Comunicazione di servizio: il caffè è imbevibile. Tanto vale assaggiare quello autoctono. 🙂
Ankara è una città moderna, piena di grattacieli e palazzi di vetro, la nostra tappa è l’imperdibile Museo delle Civiltà Anatoliche che racconta importanti testimonianze archeologiche della storia dei popoli anatolici. Troviamo i reperti di tutte le civiltà e culture della Turchia: dal Paleolitico agli Ittiti, sino all’epoca Romana. Dopo pranzo proseguiremo verso la magica Regione della Cappadocia, lungo il tragitto una bella sosta nei pressi del Lago Salato di Tuz Golu: immaginatevi un’immensa distesa bianca. Completamente bianca. Una superficie piatta in cui lo sguardo si perde verso l’infinito… di un candore che i raggi del sole rendono ancora più brillante! Un bianco accecante che ti circonda e ti avvolge come un manto di luce. Qui è possibile acquistare confezioni di sale in crema per fare un ottimo scrub. Arriviamo in Cappadocia che è ora di cena.
#day3 in Turchia.
Oggi abbiamo prenotato una jeep che ci preleverà dall’albergo alle 5 del mattino, andremo nella Valle delle Goreme per assistere al decollo delle mongolfiere e vedere il sole che sorge. La valle è un territorio di rara bellezza caratterizzato da pinnacoli conici, guglie, un paesaggio lunare quanto mai suggestivo. Non riusciamo a descrivere l’emozione, uno spettacolo unico nel suo genere: i palloni si gonfiano e illuminano la notte con i colori sgargianti resi ancora più vistosi dalle fiamme che generano aria calda. Le mongolfiere piano piano si raddrizzano e iniziano a sollevarsi. Alle prime luci dell’alba il cielo è costellato da centinaia di palloni che sovrastano il paesaggio unico della Cappadocia. Con le jeep cominciamo la nostra salita su crinali e letti asciutti di fiumi immaginari, raggiungiamo punti in cui la vista si perde tra mongolfiere e raggi del sole. Si brinda tutti insieme, si balla e ci si lancia giù per ripidi pendii.
Ragazzi, solo questa giornata vale tutta la vacanza!
#day4
Siamo ancora in Cappadocia. Nonostante i 1200 metri la temperatura è estiva, con un caldo asciutto e ventilato. Oggi andremo ancora alla scoperta della Valle di Goreme e, precisamente, al Museo all’aperto dove si concentra il maggior numero di chiese rupestri di epoca bizantina con magnifici affreschi. In questa sterminata valle il paesaggio ci stupisce per la certosina opera di modellazione del vento, della pioggia e della neve che generano una sorta di allegra follia geologica: guglie, pinnacoli a forma di fungo, piccole colline a punta, steli di tufo sormontati da enormi cappelli di basalto, noti ai turisti come I Camini delle Fate. Ma se la natura qui è stata artista, non di meno l’uomo che ha operato una sistematica e preziosa opera di scavo di case, chiese e tombe, veri capolavori opera di sconosciuti e geniali architetti. Un’esperienza unica, con tutto il suo fascino, ambientata in un’atmosfera di intimità che ci riporta indietro nel tempo quando i cristiani antichi celebravano in questi luoghi i misteri della fede cristiana. Siamo moltissimi ma percorriamo questi sentieri con una sorta si rispetto ancestrale per questi uomini e donne che hanno saputo trasformare la pietra in luogo di culto e preghiera. Assolutamente da non perdere gli affreschi perfettamente conservati all’interno.
Oltre ai siti rupestri e al magnifico paesaggio dei Camini delle Fate la Cappadocia custodisce anche un patrimonio costituito da più di 130 città sotterranee. Concludiamo la giornata alla Yeralti Sehri, la “Casa Sotterranea” nel villaggio di Saratli. Un cartello rugginoso in mezzo al niente ci segnala che siamo quasi arrivati: poche case in pietra, nuvoloni di polvere che ogni tanto si abbattono su di noi come se fossimo nel mezzo di un deserto di sabbia, cani randagi e galline per le strade e un manipolo di donne in abiti tradizionali che ci assaltano per vendere bamboline di pezza.
Le popolazioni che abitavano queste regioni, per sfuggire dalle invasioni dei nemici crearono un universo rupestre con città sotterranee che potevano ospitare migliaia di persone. Miriadi di passaggi, alcuni molto bassi e stretti (sconsigliata se siete claustrofobici), ma soprattutto un ingegnoso ed efficiente sistema di ventilazione che areava tutti gli ambienti: i condotti che sbucavano in superficie sotto forma di fori venivano celati da falsi pozzi così da non destare attenzione. L’ingresso principale invece veniva sbarrato da un’enorme pietra di forma circolare
#day5
Oggi siamo a Pamukkale dove si trova lo straordinario sito archeologico di Hierapolis, antica città situata nei pressi delle famose terme naturali. Se navigate in rete troverete questo luogo descritto come il “Castello di Cotone”, composto da sorgenti d’acqua calda ricca di sali di calcio che scaturiscono dalla cima di un’altura. Negli anni queste sorgenti hanno modellato la roccia creando cascate pietrificate, terrazze e stalattiti di un bianco accecante. Sicuramente uno dei luoghi più straordinari del mondo! Peccato che nel tempo, i turisti che entravano nelle vasche per scattarsi le foto, hanno profondamente danneggiato questo ecosistema, oggi il sito è protetto dall’Unesco e non è più possibile accedervi da vicino. Godiamoci le strepitose foto che si vedono in rete, la realtà non è proprio la stessa.
Hierapolis è una città ellenistico-romana della Frigia. Il nome significa «città sacra», gli antichi credevano fosse stata fondata dal Dio Apollo. Era diventata famosa per le sue sacre terme, i cui vapori erano associati a Pluto, Dio degli inferi. La città aveva un’importante comunità ebraica, tanto da essere citata nelle lettere di Paolo ai Colossesi. Oggi Hierapolis è patrimonio dell’Unesco, oltre alle rovine classiche ha una Piscina Termale Sacra dove si può nuotare in mezzo alle rovine ma soprattutto un grandioso teatro molto ben conservato con le sue 46 file di gradini che possono accogliere circa 7000 spettatori.
Decidiamo di dormire in zona, tutti gli hotel hanno a disposizione sorgenti termali, facciamo un bagno nelle calde piscine in piena notte.
#day6
Ultimo giorno del nostro viaggio in Turchia, lasciamo Hierapolis direzione Efeso. Lungo la strada sostiamo al Caravanserraglio di Sultanhani, risalente al XIII secolo e oggi adibito a museo. Anche in passato, questo edificio rappresentava un importantissimo luogo di riposo per i mercanti che viaggiavano lungo la Via della Seta.
Efeso, la nostra ultima destinazione, è una vera e propria metropoli dell’antichità, uno dei principali centri dell’intero Mediterraneo, soprattutto grazie alla sua grande influenza culturale e commerciale. Percorrere le sue antiche strade è stato un vero e proprio tuffo in un immenso parco archeologico dove abbiamo potuto ammirare la favolosa Biblioteca di Celso: secondo gli studiosi, la costruzione della Biblioteca di Celso risale al 114 o 117 d.C. e nasce come monumento funerario per l’allora governatore della provincia d’Asia, Tiberio Giulio Celso Polemeano. Stando ai documenti dell’epoca, la biblioteca fu distrutta da un terremoto nel 262 d.C., e le sue pergamene bruciate da un incendio. Si trattò di un evento così potente da lasciare in piedi solo la facciata. La biblioteca fu ricostruita, ma venne distrutta da un nuovo terremoto quasi un secolo più tardi. Considerata ancora oggi un capolavoro del mondo antico, lascia puntualmente tutti i suoi visitatori a bocca aperta. La maestosa facciata è uno dei suoi elementi più affascinanti: questa era impreziosita da quattro statue, che rappresentavano saggezza, benevolenza, conoscenza e virtù. Al suo interno si possono ancora ammirare le nicchie sulle pareti, dove venivano conservati i manoscritti. Una visita in questo luogo straordinario può farvi immergere nella gloria di una cultura antichissima, e regalarvi un viaggio carico di meraviglie.