La storia dell’antico Portus Lunae è nota a tutti gli appassionati di storia Etrusca e Romana, ma forse pochi sanno che prima che diventasse il porto più importante dopo Roma, percorrendo la Via Aurelia verso nord, era già un fondamentale scalo marittimo utilizzato da un nucleo di Liguri Apuani che si erano insediati ad Ameglia (Sp) alla fine del IV Sec. A.C. e che commerciavano con Etruschi e Celti, trasportando ceramiche sovradipinte, ceramiche a vernice nera e manufatti dell’emporio greco di Massalia, l’attuale Marsiglia.
Ad oggi nulla resta di questo importante insediamento, se non la Necropoli Preromana di Caffaggio, che dopo un periodo di oblio, tornerà a breve fruibile e visitabile, anche da persone portatrici di handicap e gruppi scolastici, grazie ad una consistente opera di messa in sicurezza del percorso archeologico.
Per noi dell’Ordinario è stato emozionante poter esser presenti all’apertura straordinaria del sito, in occasione di una delle Giornate Europee dell’Archeologia (GEA), promosse dal 2019 dall’INRAP – Institut national de recherches archéologiques préventives – sotto l’egida del Ministero della Cultura francese, con il patrocinio del Consiglio d’Europa e, in Italia, coordinate invece dalla Direzione generale Musei e dalla Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio del Ministero della Cultura.

Nel corso dell’evento, il funzionario archeologo del Ministero Dottor Luigi Gambaro – già direttore dell’area e coordinatore dei lavori e il progettista e direttore dei lavori architetto Massimiliano Alì, hanno ampiamente descritto gli step degli interventi, a partire dalle difficoltà iniziali, anche di natura burocratica ed organizzativa, difficoltà che di fatto hanno conferito maggior valore alla giornata che, dopo gli interventi istituzionali del Sindaco del Comune di Ameglia Umberto Galazzo e dell’Assessore alla Cultura del Comune di Ameglia Marzia Ratti, è proseguita con ben tre visite guidate di un’ora ciascuna.

Chi non comprende la magia della storia, potrebbe obiettare che si tratta solo di cumuli di pietre, ma proviamo per un solo momento a chiudere gli occhi, respirare profondamente lasciandoci trasportare dal vento dei secoli.
Siamo alla fine del IV secolo A.C. ad Ameglia, un luogo circondato dal promontorio boscoso del Caprione e affacciato sulla sponda destra del Fiume Magra, qui gli antichi Liguri Apuani si sono insediati e commerciano con Celti ed Etruschi.
I resti della Necropoli, con i numerosi manufatti ritrovati, descrivono un contesto quanto mai vivo e dinamico, composto da classi emergenti, con un elevato potere di acquisto.
54 tombe, costituite da cassette realizzate con lastre di pietra scistosa provenienti dal vicino promontorio del Corvo che custodiscono le urne con i resti incinerati dei defunti e il corredo funerario. Ogni struttura, che poteva anche accogliere più sepolture accomunate da vincoli di parentela e/o sociali, veniva poi protetta da un cumulo di pietre che aveva anche la funzione di segnacolo.
Gli oggetti conservati all’interno delle cassette, consentono di scoprire il sesso dei defunti: orecchini, spirali per capelli, pendenti di collana ma anche fusaiole usate dalle donne per la filatura della lana e delle fibre vegetali e ancora spade, elmi, lance e giavellotti, che venivano piegati e schiacciati secondo un preciso rituale già verificato in altre tombe liguri. In totale 82 individui, 27 maschi e 34 femmine, 6 bambini e 15 non identificabili.
Il corredo era composto da un cinerario in terracotta nel quale venivano raccolti i resti del rogo funebre, l’imboccatura veniva protetta da una ciotola capovolta, spesso in ceramica a vernice nera, a completamento venivano inseriti gli oggetti identificativi del sesso e dello stato sociale.
La necropoli di Cafaggio è stata esplorata a partire dal 1976 con regolari e assidue campagne di scavo che ne hanno evidenziato la struttura monumentale, fino ad oggi è stata aperta solo in rare occasioni. La speranza, per tutti gli amanti della storia Romana e Pre Romana, è che i lavori appena eseguiti possano garantire un’apertura al pubblico con maggiore continuità.
Confidiamo che si possa fare qualcosa anche per la Domus Romana di Bocca di Magra (sempre nel comune di Ameglia), costruita degradante lungo il pendio del Caprione e affacciata sul mare, (attualmente sul Fiume Magra a seguito del progressivo insabbiamento del porto).
La villa si trova in stato di degrado per l’azione erosiva del mare, ma si possono ancora ammirare rivestimenti in marmo, intonaci dipinti ed ornamenti architettonici.
Oggi rimane abbastanza conservato l’impianto termale privato, nell’ala orientale della villa, con la stanza adibita al bagno caldo, il Calidarium, la vasca per il bagno, l’Alveus ed il sistema di riscaldamento ottenuto mediante un forno a legna e un condotto per la circolazione dell’aria calda.