“Tutte quelle cose”: dialogo per immagini e ascolto tra le fotografe Giovanna Gammarota e Francesca Loprieno

fotografia G. Gammarota

Ascoltare la fotografia: Red Lab Gallery, laboratorio di sperimentazione nato nel 2018 (http://www.redlabgallery.com/ ) e pensato per promuovere la cultura delle immagini, ha ospitato nelle scorse settimane il progetto “Tutte quelle cose”, un dialogo di visione e ascolto in quattro puntate tra le fotografe Giovanna Gammarota (Milano) e Francesca Loprieno (Parigi), a cura di Lucia Pezzulla.
Sul sito, sulle pagine social e sul canale Youtube della galleria sono stati presentati alcuni video in cui le autrici si sono affidate l’una all’altra, nella reciproca lettura delle loro riflessioni sulla ricerca fotografica e delle immagini di alcuni dei loro lavori.  Obiettivo del progetto è stato ritrovare una nuova forma di contatto e di dialogo, entrare in relazione con l’osservatore, invitandolo all’ascolto e alla visione e poi ad interagire a sua volta, postando una lettera o un semplice commento, una fotografia o un video.

foto Francesca Loprieno
Francesca Loprieno ©, Identi-Kit, 2011-13, Biennale di Venezia del 2011

Il percorso proposto dalle due autrici parte da lontano, da un loro scambio privato di pensieri e riflessioni sulla fotografia, trasformato poi in opportunità di confronto e di apertura al mondo esterno, rivolto a tutti.
Un “carteggio” che è “una preziosa tessitura di esperienze di vita”, sottolinea la curatrice Lucia Pezzulla, “di trame delicate e commoventi, che conduce per mano verso riflessioni sul significato e sulla potenza espressiva e concettuale che la fotografia può offrire, per farci comprendere maggiormente la nostra esistenza.

foto Giovanna Gammarota
Giovanna-Gammarota-©-immagine-tratta-dalla-serie-A-piccoli-passi.-Un-treno-per-Auschwitz-Milano-Cracovia-gennaio 2008

La fotografia ci costringe a guardare in faccia la memoria, ci porta a interrogarci sul senso e sul valore del nostro stare al mondo, sulla condizione umana. Ogni autore continua a raccontare il suo particolare universo, cercando di svelare sé stesso, la propria identità, sperando di trovare la linfa che soddisfa la sua sete di risposte. Ma la fotografia è anche viaggio, ricerca generativa, di un altrove, di un altro noi. Infine, è un invito a reagire all’insostenibile opacità dell’esistente, uno stimolo a cercare nuove, personali visioni.”

In un momento complesso come quello che stiamo affrontando, che ha costretto a ripensare la quotidianità e il senso della vita, il progetto “Tutte quelle cose” vuole riportare, grazie alle parole e alle fotografie, all’essenza della visione e della vita stessa, sottraendola ad una contemporaneità spesso difficile. È un viaggio attraverso la fotografia, un’ipotesi di percorso per provare a costruire nuove mappe mentali, nel tentativo di comprendere meglio la nostra esistenza.

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