A Mantova, la street art conquista i muri del quartiere Lunetta e racconta storie di vita

A Mantova, la street art conquista i muri del quartiere Lunetta. Nella periferia nord della città, 42 opere di street art colorano case e palazzi, trasformandolo in un laboratorio di creatività a cielo aperto.

Una visuale sulla street art di Lunetta_PH.Stefano Sabbadini

Riqualificazione urbana e arte contemporanea sono gli ingredienti del festival “Without Frontiers. Lunetta a Colori”, una manifestazione che dal 2016 riempie i muri del quartiere mantovano grazie agli interventi di numerosi street artist, di rilievo nazionale e internazionale, coinvolti in un intenso confronto con la realtà locale e con i suoi abitanti.
La storia del quartiere Lunetta inizia il 5 maggio del 1963, con l’adozione del piano finalizzato alla costruzione di alloggi popolari per 12.000 abitanti. Nel 1968 vengono realizzate le prime abitazioni, mentre negli anni seguenti si sviluppa una realtà articolata e complessa, come avviene in molte zone di periferia di ogni città.

street art Lunetta
Street Art nel quartiere Lunetta_ Ph. ufficio stampa

A Lunetta, cinque anni fa, nasce l’idea di un festival destinato “a mettere radici nel territorio e in chi lo abita”, come racconta Carovan SetUp, l’associazione che ha dato il via a questa iniziativa. E oggi, proprio grazie al festival, questi spazi, cresciuti e mutati nel tempo, queste strade e queste case ospitano 42 opere, realizzate da 35 artisti, che hanno dipinto Lunetta “come se fosse una tela bianca, ridefinendone paesaggio e socialità.”

«Dopo cinque anni, guardo Lunetta e non la riconosco”, racconta Simona Gavioli, curatrice del progetto per Caravan SetUp. “L’ossatura è la stessa, certo, ma quasi niente è rimasto del grigio che la caratterizzava. Le persone che la abitano sono le stesse, ma è cambiato il loro sguardo. Adesso è vivace, curioso, avvolgente; ed è incredibilmente gratificante sapere che “Without Frontiers” è stato uno dei tasselli che ha portato a questo cambiamento. È la più grande dimostrazione del potere dell’arte”.

Il benvenuto a chi arriva a Lunetta viene dato dall’ installazione “Ti Voglio Conoscere”, nata dal lavoro di indagine sul territorio del duo Bianco-Valente nel 2016, per stimolare gli abitanti a riflettere sul concetto di convivenza tra etnie e culture diverse, svelando sentimenti inespressi ed emozioni nascoste.

Opera di Bianco-Valente_Ti-voglio-conoscere_Credit Giulia Giliberti

Tra le tante frasi confessate, proprio “Ti Voglio Conoscere” è stata quella che ha più colpito il duo artistico ed è con questa frase che ancora oggi il quartiere accoglie residenti e visitatori.
Tra le altre opere, particolarmente significativi i lavori di Ericailcane e Bastardilla, dedicata al tema della violenza sulle donne, e di Joan Aguilò, street artist spagnolo che ha passato un po’ di tempo tra gli abitanti del quartiere, alla ricerca di foto e album di famiglia, per concentrarsi poi sulla storia di una donna e sulla memoria della figlia, ritratta abbracciata al
fratello davanti alla sua torta di compleanno.

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Opera di Aguilò_CreserJuntos_Credits Livio Ninni

Un omaggio al potere dell’ immaginazione è Eukasia, opera firmata dagli artisti Andrea Casciu e Kiki Skipi, mentre MrFijodor ha lavorato al tema dell’inquinamento da plastica in stretta sinergia con i ragazzi di Lunetta, a cui ha affidato anche la scelta della parete su cui dipingere il murale.
Opere figurative si affiancano a esperimenti ottici e inganni visivi, che ridisegnano le superfici architettoniche, come quello realizzato nel 2018 da Peeta. Il potere della metamorfosi e del rinnovamento viene invece sintetizzato dalle forme vorticose dell’acqua e di un cavallo disegnate da Made514, mentre l’albero del pero, molto diffuso nella zona, è
protagonista dell’opera “Kripton & pirus communis”, realizzata da Fabio Petani nel 2017.
Alla storia e all’arte mantovana è dedicata l’opera di Perino & Vele, ispirata alla Camera dei Giganti di Giulio Romano.
Si possono inoltre ammirare le opere dell’artista Mohamed L’Ghacham, che ha portato a Mantova la serie “Dormitorio”, trasferendo su strada ambienti intimi e domestici, del writer bolognese Dado, con un lavoro poetico dedicato alla figura di Isabella d’Este, per arrivare a Corn79, che nel sottopasso d’ingresso al quartiere ha effettuato un intervento di Urban
Design per dare luminosità e impatto cromatico all’ambiente, e a Sebas Velasco, che ha ritratto, su uno dei muri più amati e fotografati della zona, un cittadino della comunità come simbolo di uguaglianza.

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Lunetta, opera di Sebas Velasco_Quite Storm_Credits Livio Ninni

Non mancano i primati, come quello di Joys, street artist padovano, che a Lunetta ha firmato la seconda sua opera più grande, intitolata Tsunamy, che si sviluppa per 826 metri lineari.
Le periferie sono una fabbrica di idee ricca di umanità, come scriveva Renzo Piano, “sono la città del futuro, quella dove si concentra l’energia umana e quella che lasceremo in eredità ai nostri figli.” A Lunetta gli artisti hanno incontrato ogni anno gli abitanti, ascoltato le loro storie, realizzato laboratori per bambini e ragazzi, contribuendo a ridefinire il
paesaggio e la socialità. Il quartiere è diventato nel tempo un vero e proprio laboratorio culturale a cielo aperto,
arricchito quest’anno dal progetto “Lunetta. Anno Zero”, una scuola di alta formazione sull’arte urbana organizzata dal Comune di Mantova e quello di Ravenna, nell’ambito della coopertazione tra i Comuni per lo sviluppo e la diffusione d’interventi di innovazione sociale giovanile, promosso da Anci e Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ambito del
bando Sinergie.

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