La Storia della Canapa, tra una degustazione e l’altra

Se non conoscete la canapa correte subito ai ripari, seguite questo nostro viaggio tra tessuto e cibo per scoprire una pianta antica e misteriosa che affonda le sue radici nella storia dell’uomo stesso.

Invitati da Cinqueterre Food Tour, che insieme a CapTour e HandmadeTour si occupa di promozione turistica del territorio, abbiamo partecipato a un evento dedicato alla «Storia della canapa», all’interno della suggestiva location dell’agriturismo Le Serre di Sarzana (SP).

Cinzia Angelotti – chef dell’Agriturismo Il Fienile di Masignano (SP) – ci ha accolti nell’ampia e attrezzatissima cucina per assistere allo show cooking con protagonista la Canapa. E infatti partiamo dalla Canapelle, tagliatelle con farina di canapa, nate da una sperimentazione personale della stessa Cinzia, appassionata da sempre dell’incontro tra tradizione e innovazione.

Canapelle ricotta e noci

Cinzia ci spiega che la farina, dal colore leggermente nocciolato, non può essere usata pura ma sempre mescolata con la farina bianca. Impasta solo con l’acqua, senza l’uso di uova, “per non farla aumentare di volume durante la cottura”. Mentre lavora la farina sulla spianatoia non possiamo fare a meno di appassionarci al suo modo semplice di impastare, lo fa sembrare naturale e ci riporta alla memoria i ricordi delle nostre nonne. La farina conferisce alle Canapelle un sapore leggermente asprigno e una consistenza che potremmo definire «rustica», per questo motivo il condimento sarà leggero: una crema di ricotta di mucca e noci, saltata leggermente in padella con poco olio e latte. Una volta impiattata, la spolveriamo con una grattugiata di ricotta di pecora. Con gli occhi abbiamo cucinato anche noi!

Il risultato è eccellente e gli ospiti gradiscono l’assaggio e non disdegnano il bis, accompagnato da un fresco e frizzante Vermentino dei colli di Luni dell’Azienda Agricola Spagnoli sempre di Masignano (SP).

L’evento è stato particolarmente interessante e, a fine serata, ci siamo fermati con le organizzatrici Lara Cappelli e Cristina Sabini per fare due chiacchiere sul loro progetto.

Che cosa è CinqueTerre Food Tour?

“E’ un progetto di valorizzazione del territorio, con i suoi prodotti e i piccoli produttori, spesso vere e proprie eccellenze ma invisibili al grande mercato. Il nostro obiettivo è quello di dare voce a queste realtà proponendo pacchetti di enogastronomia, con degustazioni e show cooking”.

Quali sono i vostri progetti futuri?

“Lavorare sempre di più sui prodotti a chilometro zero. Il primo evento, che si è svolto il mese scorso, era dedicato alla Torta d’erbe, il prossimo appuntamento sarà incentrato tutto sulla cucina vegetariana. Avremo ai fornelli una Chef importante, Chiara Canzian figlia del noto Red dei Pooh. Seguiteci sulla nostra pagina facebook Cinqueterre food tour per rimanere aggiornati su tutti gli appuntamenti”.

La storia della canapa ci ha molto incuriosito e dunque abbiamo voluto approfondire l’argomento.

La canapa

Siamo in presenza di una pianta antica e misteriosa coltivata da millenni. Esistono prove di datazione al carbonio che la fanno risalire a circa 8000 anni avanti Cristo nelle zone dell’Asia e del Medio Oriente. Nell’Occidente le coltivazioni si sono sviluppate intorno al XVI e XVII secolo. Raggiunse rapidamente un grande successo, si trattava infatti di una pianta molto versatile con una crescita veloce e, soprattutto, capace di svilupparsi in terreni difficili dove le altre piante morivano rapidamente. Fu usata durante l’espansione coloniale per la produzione di corde, vele e funi, per l’illuminazione grazie alle sostanze oleose che si potevano estrarre dai suoi semi e soprattutto nel campo del tessile. Il tessuto che ne derivava era resistente, traspirante, assorbente e antimicrobico. L’Italia divenne rapidamente il secondo produttore mondiale.

La nostra ricerca ci ha portato in Val di Pino, una frazione del comune di Riccò del Golfo, in provincia della Spezia. Qui la popolazione nell’800 produceva e lavorava la canapa. Veniva battuta per trasformarla in tela e tinta con un colore indaco naturale. A questo punto le pezze di stoffa erano utilizzate come merce di scambio con la vicina Genova per avere sacchi di sale che era monopolio della Repubblica Genovese. Dal porto, i rotoli di canapa blu andavano a finire oltreoceano per essere tagliati, cuciti e.. per diventare i famosi «jeans».

Purtroppo la storia è fatta di corsi e decorsi e dunque, dopo periodi di grande produzione, intorno al 1900 la canapa subì una massiccia campagna denigratoria e fu sempre più spesso associata alla sorella «marjuana». Dal 1970 diventò illegale ogni tipo di coltivazione.

Solo recentemente, nel gennaio 2017, entra in vigore la legge che fissa i limiti del Thc (sostanza cannabinoide contenuta nella canapa) e che quindi distingue definitivamente la canapa dalla droga.

Quella che noi ora usiamo per scopi alimentari è la Canapa Sativa, priva di Thc ma ricchissima di proprietà, tanto da definirla miracolosa:

  • Il seme della canapa è il più nutriente che ci sia
  • Contiene tutti e nove gli aminoacidi essenziali
  • È considerato un vaccino nutrizionale
  • Rafforza il sistema immunitario
  • Abbassa i livelli di colesterolo
  • La farina di canapa è ricca di fibre, vitamine, omega3 e omega6
  • Non contiene gliadina e glutenina e dunque può essere assunta anche da chi soffre di celiachia o intolleranza al glutine.

L’unico difetto? Ancora un po’ troppo cara, mezzo chilo di farina infatti costa ben 6 euro!

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